Le cave di ghiaia ad ovest di Verona

Per inquadrare la questione, si veda una una scheda descrittiva della geologia del territorio ad Ovest di Verona, che evidenzia la peculiarità del sottosuolo, composto per grandissimi spessori di sabbia e ghiaia di origine alluvionale.

le CAVE di ghiaia a S.Massimo

E’ dal primo dopoguerra che S.Massimo e’ stato individuato come uno dei siti privilegiati per l’estrazione di sabbia e ghiaia, da destinarsi al settore dell’edilizia e delle strade.
Le prime escavazioni erano di relativamente piccola estensione. Con la maggiore industrializzazione delle tecniche di coltivazione delle cave, il territorio e’ stato profondamente aggredito, prima con la ex-cava “Friuli”, poi con la ex-cava “Speziala” ed adesso con la cava “Casona” ancora in attività.

Le “sette piaghe” di S.Massimo:

1 località Bionde
2 ancora in località Bionde
3 fra SS.11 e SS. Gardesana
4 cava Casona
5 cava Speziala
6 cava Friuli
7 cava “Borotto”

Alcuni numeri sulle grandi cave di S.Massimo :

ex-Cava Friuli – ora “Parco Maggiolino”

E’ il caso di rammentare che, appena terminata la fase estrattiva, la cava Friuli, come peraltro anche la cava Speziala, è stata oggetto di discarica  INCONTROLLATA, dei piu’ vari materiali.

La fase successiva vede l’acquisizione della cava da parte del Comune di Verona.

A seguito di un contratto con ASMAVE (associazione marmisti veronesi) è iniziato nel 1995 il suo riempimento con residui della lavorazione di agglomerati di marmo artificiale, ovvero materiali contenenti resine stireniche.
A questo fine sul fondo del bacino non e’ stata effettuata alcuna impermeabilizzazione con specifici materiali, è solo stata utilizzata argilla (e, non se ne capisce bene a quale fine, uno strato di TNT che, come noto non è impermeabile).

Il riempimento è stato terminato nel 2000. Alla popolazione è stato imposta (con la scusa di motivi tecnici, di possibili cedimenti…) la costituzione della cosiddetta “baulatura”, quell’irragionevole collina al centro del parco.
Vi sono stati scaricati 235.000 m3 di rifiuti.

volume (nell’ultimo periodo, prima del “ripristino”) 220.000 m3
profondità originale della cava 20 m

 

ex-Cava Speziala

La ex cava Speziala è stata coltivata dal 1975 al 1985 e poi oggetto di numerosissime vicende, che in questo sito intendiamo ricordare.
superficie 220.000 m2
volume 2.200.000 m3

 

Cava Casona (tra S.Massimo e Lugagnano)superficie 440.000 m2
profondità da 20 a 24 m
volume del “buco”, ad oggi 10 MILIONI (10.000.000) m3

Le attività estrattive sono iniziate nel 1985.
Pare che la Regione Veneto abbia concesso di arrivare fino a 28 metri di profondità
La cava Casona è l’unica ancora in attività.

 

L’acqua e le falde freatiche

Sembra un argomento “fuori tema”, ma, data la natura geologica del territorio è importante ricordarsene.
Infatti se si considera la conformazione del “sistema acquifero Veronese” si nota che la “linea delle risorgive” si trova a soli pochi km da S.Massimo.

In particolare risulta che la zona di S.Giovanni Lupatoto attinge l’acqua ad uso potabile mediante pozzi che intercettano le falde fratiche che passano sotto il territorio di S.Massimo.
Questo comporta che un eventuale inquinante che dovesse attraversare il permeabilissimo strato di ghiaia ( in particolare se sversato sul fondo di una cava) potrebbe rendere l’acqua inutilizzabile a fini potabili.

Per approfondimenti, il Comune di S.Giovanni Lupatoto ha redatto un opuscolo su questo argomento dal titolo “L’acqua di S.Giovanni Lupatoto, un bene vitale da difendere”

L’immagine sottostante mostra gli acquiferi Veronesi, la struttura del sottosuolo e la linea delle risorgive